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Agguato di camorra nel Napoletano, il capoclan dei Cesarano arrestato dopo 24 anni

Ordinanza di custodia cautelare per Luigi Di Martino, alias “‘o Profeta”, e per Gennaro D’Antuono: avrebbero ucciso Tommaso Covito a Santa Maria la Carità (Napoli).
A cura di Nico Falco
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Identificati, dopo 24 anni, gli esecutori dell'omicidio di Tommaso Covito, ucciso a Santa Maria La Carità (Napoli): secondo le risultanze investigative a premere il grilletto sarebbe stato Luigi Di Martino, detto "Il Profeta", quello che negli anni successivi sarebbe diventato il capo indiscusso del clan Cesarano, attualmente detenuto nel carcere di Opera, a Milano; avrebbe sparato dalla moto guidata da Gennaro D'Antuono, fino a stamattina libero e ritenuto affiliato allo stesso gruppo criminale, attivo tra Castellammare di Stabia e Pompei.

Nei confronti dei due i carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata hanno eseguito oggi, 16 settembre, una ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea; gli indagati sono gravemente indiziati di omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla finalità di avere agito per agevolare il clan Cesarano.

L'omicidio risale all'12 novembre 2000. Covito, un passato nel clan Imparato e poi transitato tra le fila del gruppo "Moscarella", alle 22.40 stava guidando la sua VolkSwagen Polo in via Petraro quando due uomini in moto si erano affiancati. Quello seduto dietro aveva aperto il fuoco, mirando nell'abitacolo: numerosi colpi che non avevano lasciato scampo allo "Zione". In macchina con la vittima c'erano altre due persone, rimaste illese.

Le indagini avevano dai primi momenti indirizzato gli investigatori verso i contrasti di camorra, in particolare quelli nati dalla nascita del gruppo della Moscarella, di cui Covitto era ritenuto un elemento di vertice; la scissione aveva fortemente indebolito i Cesarano, che si erano trovati senza molti uomini e, di conseguenza, si erano indeboliti il controllo capillare del territorio e la forza militare.

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